INTERVISTA AD ANDREA GIOPS

Scritto da Vincenzo Calò. Pubblicato in Interviste

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In che consiste la tua maturità?Penso che la maturità consista nella presa di coscienza dei propri pregi e dei propri difetti, per lavorare nella direzione giusta, per affinare i primi e limitare i secondi. Io cerco di farlo, ma penso di non averla ancora raggiunta.
Si deve fare di più per…?Ascoltare gli altri. Oggi vedo tante persone, me compreso, che hanno difficoltà a farlo. Forse siamo troppo concentrati su noi stessi.


Ti sei mai sentito sfruttato dal sistema?No, mai. Dal momento che ho deciso di vivere nel sistema accetto le sue regole. Ovvio che ci sono tante cose che potrebbero migliorare: nel mio piccolo cerco di farlo, informandomi e non fermandomi a quello che mi viene proposto.
La crisi culturale dipende dalla mancanza di veri maestri?I veri maestri ci sono, ma non arrivano la gente. Le persone che oggi hanno visibilità non sono quasi mai degli esempi da seguire, secondo me. Forse è questo che manca nei nostri media, di cui tutti fruiscono. La storia dell’uomo si ripete sempre, dovremmo imparare dai grandi maestri del passato, oppure aspettare pazientemente che ne arrivino di nuovi.
I talent show sono fatti di regole comuni?Certo. Credo che quelle fondamentali siano due: la prima è avere un talento, la seconda è stare bene in televisione.
Pensi d'avere sfiorato o raggiunto le vette della visibilità? Le ho sfiorate con la mia partecipazione ad X-Factor, quell’edizione fu particolarmente fortunata. Ma la popolarità data dalla televisione è temporanea e non dà credibilità: le persone si disaffezionano dopo poco tempo, appena non sentono più parlare di te e se non proponi qualcosa di concreto. Necessiti ad ogni costo di strumenti musicali per esprimerti?Mi piace esprimermi, comunicare, in ogni sua forma. Meglio se con la musica, dato che è la mia passione. Meglio se con strumenti musicali, dato che mi piace la musica suonata da strumenti veri. Musica acustica.
Esistono investimenti sicuri?Se parli di investimenti economici non ne ho idea, se lo sapessi sarei un uomo ricco. La musica, in questo caso, non penso che sia un settore molto proficuo.  Seguo questa strada per investire su me stesso, sulla mia crescita artistica e professionale. Quando si ha una vocazione credo che vada comunque assecondata: meglio non avere rimpianti. Ovvio che se si ha una famiglia da mantenere e un lavoro che ti porta via otto ore al giorno diventa tutto molto difficile e bisogna scendere a dei compromessi: purtroppo sono poche le persone che vivono di sola musica, oggi.
Intervista a cura di Vincenzo Calò

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