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“SPORGENDOSI OLTRE L'ORLO DELL'ABISSO” di Sergio Tardetti

la sicurezza e il pensiero cardiopatico

“SPORGENDOSI OLTRE L'ORLO DELL'ABISSO” di Sergio Tardetti. Entri senza bussare né chiedere permesso nelle poesie di Vincenzo Calò e ti ritrovi, a un tratto, sull'orlo dell'abisso oscuro e insondabile dell'infinito spazio-temporale. La vertigine che ti assale a una prima lettura è talmente forte che vorresti allontanarti da lì, distogliere il pensiero che si è già impaniato in quei suoni, in quelle parole, in quelle frasi e in quei versi e riportarlo alla materialità quotidiana che circonda, abbraccia e rassicura.   Un'operazione apparentemente possibile e persino elementare, ma che incontra una qualche resistenza ad essere compiuta e completata, in virtù del fatto che ormai quelle poesie ti sono penetrate nel profondo della mente, ma soprattutto si sono insediate stabilmente nella psiche, e sollecitano a viva voce la tua presenza, per una seconda e più determinata lettura, almeno quanto la prima era stata decisamente cauta e frenata. 

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« ALL YOU CAN DO IS PRAY»: ROHINGYA, LE VICENDE DI UN POPOLO SENZA TERRA

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« ALL YOU CAN DO IS PRAY»: ROHINGYA, LE VICENDE DI UN POPOLO SENZA TERRA

 Reportage a cura di ALESSIA LEONE *
Questo è il titolo con cui si apre il report annuale del 2013 di Human Right Watch, associazione non governativa che si occupa della difesa dei diritti umani e che da tempo segue Ie vicende dei Rohingya, etnia di fede musulmana che risiede in Myanmar, principalmente nello Stato di Rakhine, situato al confine con il Chittagong, una delle otto divisioni del Bangladesh.In Myanmar la situazione dei Rohingya, tra gli strati più poveri della popolazione del Paese, è sempre stata difficile poiché il governo non riconosce loro la cittadinanza in quanto li ritiene degli immigrati bengalesi musulmani arrivati con la colonizzazione britannica. L’89% dei birmani infatti pratica il buddhismo theravada, la forma più ortodossa della dottrina, mentre l’islam è praticato dal 4% della popolazione. In Myanmar, in base a una legge approvata nel 1982 durante la dittatura militare, i musulmani Rohingya non godono della piena cittadinanza e non hanno diritto di voto, in quanto non appartengono a una delle 135 minoranze etniche censite e ufficialmente riconosciute. Dal 1962 infatti, data del colpo di Stato che ha portato al potere i militari, le carte di identità dei cittadini birmani portano l'indicazione sia del gruppo etnico che della religione. I Rohingya sono doppiamente esclusi in quanto bengalesi e musulmani.

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VINCENZO CALO’ LA “CONFERMA POETICA” FRANCAVILLESE

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Intervista a cura di Antonio Di Lena

Benvenuto Vincenzo, anche se questa redazione in realtà è anche casa tua…È sempre un piacere avere a che fare con chi crede nelle mie capacità. SdS è la dimostrazione che le passioni si possono sviluppare senza l’intento di predominare sugli altri; piuttosto la reputo come una palestra per la sensibilità umana da manifestare sperimentando, sapendo di valere aldilà del giudizio seccante giacché popolare, da condannare insomma sollecitando gli utenti a dei comportamenti virtuosi benché fieri di appartenere alle minoranze, perché s’è vero che tutto torna allora noi sì che condividiamo la pazzia insita all’attesa dei sani ideali.  Ci nutriamo di curiosità in forma autonoma, con lo sprezzo dell’emarginazione; a costo di andare controcorrente, di sfidare la modernità, raccogliamo opere artistiche tra il privato e il pubblico per concepire un modo autentico di partecipare nella società civile, volendo essere informati sulla libertà conseguente dai nostri stessi gesti, da scrutare giocoforza, consci di avere dei fondamentali, del buongusto, per non cadere nel vuoto sancito dal cattivo gusto. 

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622 GIORNI PER TIRARLO FUORI... BOREALE RACCONTA I SUOI ULTIMI 2 ANNI IN UN DISCO

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Ciao e benvenuto su "Suoni del Silenzio". Parlaci di questa tua ultima fatica, "622"... In effetti è stata proprio una fatica, c’ho messo 622 giorni per tirarlo fuori. “622” è un disco che racconta gli ultimi due anni appena passati, c’è una parte un po’ più triste e malinconica che va sempre di più verso una parte più solare, più spensierata e anche più cazzona. 

Come nasce “Ogni tanto faccio un party”, scritto a quattro mani con Luca D’Aversa? Si, è stata una bella esperienza lavorare con Luca e credo che scriverò altre canzoni insieme a lui. “Ogni tanto faccio un party” in effetti parla purtroppo di questo triste periodo in cui siamo costretti a stare in casa. Il party per me rappresenta la voglia matta di tornare a fare concerti, credo sia una delle cose più importanti per chi fa parte del mondo dello spettacolo, spero davvero di poter fare qualche party quest’estate.

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VINCENZO CAL0' INTERVISTA ALFONSO PISTILLI...

Alfonso Pistilli intervistato da calò

Intervista a cura di Vincenzo Calò

Benvenuto Alfonso! Senti, come si fa a godere di una sorpresa (bella o brutta che sia?)? Si può essere ancora fragili e dolci al contempo? Chi sa come fare ha capito anche l’essenza della nostra esistenza. Imparare a godersi i momenti ampliandone il tempo o a circoscrivere le negatività di un evento brutto è la vera sfida del benessere. È sicuramente una delle cose più difficili da imparare e io, nonostante mi impegni, non sempre ci riesco. La fragilità e la dolcezza credo si sposino perfettamente in una persona dall’alta sensibilità e questo fortunatamente nessuno può sovvertirlo.

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